Mario Fulvi

Scultore delle ricerche semantiche

Giulio Carlo Argan nella rivista “Civiltà delle macchine” n.4/1966 afferma “la ricerca che muove da Kandisky a Klee si concreta nello sforzo di liberare l’arte da ogni direzione classista, cioè dall’obbligo di manifestare e comunicare in un sistema di valori istituzionalizzati, di ricondurla alla semantica pura, alla comunicazione diretta ed intersoggettiva…”
Questo avviene per il Fulvi e per tutti quegli artisti della nuova frontiera per i quali l’immagine non è più considerata come ultimo e definitivo traguardo dell’arte o l’evasione del reale per vivere un sogno o una favola, ma come pensiero concreto in continua evoluzione e trascendenza, liberato quanto più possibile dalla dittatura dello schematismo logico e dalle facili apparenze.
Ecco perché ho chiamato questo interessante scultore “lo scultore della semantica”, perché lo sforzo di questo artista è tutto proteso verso questo duplice binario, comunicare questa realtà ad altri soggetti.
Del resto alcuni titoli delle sue composizioni, composte su fogli di rame, come ad esempio “Suoni in espansione”, “Dilatazione” e inoltre “Concentrazione” stanno ad indicare questo sforzo, questa dinamica artistica per raggiungere una nuova essenzialità poetica attraverso l’amplificazione delle percezioni extrasensoriali: figure, superfici, gioco di volumi e di messaggi, privi forse di fascino grafico e plastico, ma ricchi di insegnamento semantico, di segnali di pericolo, e di stadi di beatitudine trasmessi o trasmettibili dall’uomo del pianeta Terra ad altre convivenze cosmiche e perché no di altre galassie.
Sculture che hanno una loro voce, una loro espressione artistica, che parlano al pensiero dell’uomo di oggi, in una realtà essenziale e partecipante, razionalmente forse non valicabile, ma vera ed operante in ogni essere umano.
Questa frase ripresa da un articolo del pittore nonché medico e scrittore Franco Flarer intitolato “Arte e Tecnica” mi sembra possa essere riproposta per concretizzare e definire l’arte di Mario Fulvi il quale cerca per l’appunto un punto di contatto, un accordo fra arte e tecnica, fra una realtà esistenziale e l’uomo, fra l’uomo e i mass-media che sono in definitiva l’ultimo stadio degli infiniti messaggi della natura e dell’universo.


LUDOVICO PAGANI
Corrispondente - Collaboratore di
SCENA ILLUSTRATA - ROMA

Cavalli
Cavalli
Rame
cm 54.5x114